Arginina contro il Covid-19.

L’aminoacido che cura il Covid: si proprio quello tra i più usati nel mondo della integrazione sportiva!

Federico II e Cotugno in prima linea nella ricerca

Un team di ricerca tutto italiano nello studio sull’aminoacido L-arginina. Un elemento che, nella cura del covid, diminuisce la necessità di assistenza respiratoria con ossigeno. Alcuni pazienti ricoverati sono stati trattati con l’aminoacido per conseguenze molto incoraggianti. La ricerca si è svolta nell’ambito del Consorzio ITME, coordinato dal professore Bruno Trimarco, a cui partecipano l’Ateneo Federico II e l’Albert Einstein University di New York City, in collaborazione l’Ospedale Cotugno di Napoli.

I risultati della ricerca, avvenuta su 100 pazienti arruolati, sono stati pubblicati  sulla testata di libero accesso della rivista The Lancet (EclinicalMedicine). Lo scopo, per ora, è quello di aiutare i sanitari nella battaglia quotidiana con i malati gravi di covid. Per il futuro, invece, il team di ricerca si augura di ampliare la ricerca, arruolando almeno 350 pazienti. Per ora, sui 100 soggetti studiati, i risultati della L-arginina sono stati sorprendenti. Pazienti ricoverati in unità sub-intensiva per COVID-19 , con l’aggiunta dell’aminoacido per via orale ad alto dosaggio (due flaconcini da 1,66 g al giorno) alla terapia standard, hanno assistito ad una riduzione più precoce dell’assistenza respiratoria. Oltre ad riduzione dei giorni di ospedalizzazione, quasi dimezzata rispetto ai pazienti trattati con la sola terapia standard.

L-arginina è un amminoacido coinvolto in diverse vie metaboliche. In particolare ha un ruolo nella produzione di Ossido Nitrico (NO) prodotto dall’endotelio come modulatore del tono vascolare. La produzione di livelli adeguati di NO nell’endotelio vascolare è fondamentale per la regolazione del flusso sanguigno e per la vasodilatazione.

Diverse pubblicazioni  indicano che l’assunzione di L-Arginina possa aumentare i livelli di NO nelle cellule endoteliali ed epiteliali. Questo aumento dei livelli intracellulari di NO permette di ridurre la pressione arteriosa e i potenziali danni d’organo ad essa correlati.

L-arginina nello sport

La disfunzione endoteliale, secondo il professor Gaetano Santulli, dell’AE College of Medicine di New York potrebbe essere collegata anche con le manifestazioni sistemiche osservate nella malattia da coronavirus (COVID-19).

“Alterazioni della funzione endoteliale – spiega Santulli – sono state correlate a ipertensione, diabete, tromboembolia e insufficienza renale, tutte presenti, in misura diversa, nei pazienti COVID-19. Altri ricercatori hanno successivamente confermato la nostra opinione. Per questi motivi, sulla base degli effetti positivi della L-arginina sulla funzione endoteliale, possiamo ipotizzare che l’integrazione di L-arginina possa essere utile a contrastare la disfunzione endoteliale nei pazienti COVID-19.”

All’Ospedale Cotugno di Napoli è stata utilizzata una supplementazione di L-arginina nei paziente i ricoverati per Covid-19 dal mese di ottobre 2020.

Il professor Giuseppe Fiorentino, Primario di Pneumologia e responsabile dei reparti di terapia di bassa intensità e sub-intensiva COVID-19, ha dichiarato: “Abbiamo aggiunto alle cure la L-Arginina, un integratore che spesso assumono gli sportivi e che sembra proteggere l’endotelio aumentando la disponibilità di ossigeno nel microcircolo”.

Fiorentino precisa che la terapia sub-intensiva, durante il primo periodo della pandemia, prevedeva la ventilo-terapia non invasiva, accompagnata da ventilazione cPAP, ossigenoterapia ad alti flussi, somministrazione di steroidi, cortisone e antibiotici, terapia integrativa con multivitaminici e idratazione.

Con l’arrivo della seconda ondata, l’integrazione multivitaminica è stata sostituita dalla somministrazione di di L-Arginina. Questo nuovo approccio ha mostrato effetti favorevoli sui tempi di dimissione, sul recupero del numero di linfociti e sul rapporto P\F tra pO2 arteriosa e FiO2 inspirata. Per quest’ultimo parametro si riscontra quasi un raddoppio della velocità di recupero.

Molto interessante! Restiamo in vigile attesa per capire gli sviluppi della ricerca. Ci aiuta a capire che sono giustificate le motivazioni ad utilizzare questo aminoacido nella integrazione degli sportivi di endurance.

Pubblicato da umberto Perna

laureato in scienze motorie ed esperto di allenamento e preparazione atletica .docente della fci e allenatore di ciclismo. esperto di fitness musicale. tabata,bodyweight,functional. direttore tecnico del fitness sport club Perna dal 1982

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